Venerd́ 21 va in scena l'omaggio al carosuono
Tra i compiti del Premio Carosone c’è, ormai si sa, anche quello di allargare la conoscenza del repertorio carosoniano, molto più ampio di quanto si creda. Con le prime edizioni siamo riusciti a rilanciare “T’aspetto ‘e nove, “’Stu fungo cinese”, “Tre numeri a lotto”, ma anche a convincere Massimo Ranieri a incidere la praticamente inedita “Lacco Ameno”. Quest’anno le novità si chiamano “’O pellirossa” (di Nisa-Carosone), omaggio digiacomiano (nel senso di Gegè) affidato al percussautore Ciccio Merolla; “Carlotta” (di “Morghen”, di nuovo dal repertorio di Gegè) affidata ai trattamenti digitali di Libera Velo, “Giacca rossa ‘e russetto” (Nisa-Carosone) che Ida Rendano interpreterà pensando anche alla versione di Sergio Bruni (oltre che a quella di Ranieri, e riecco citato il primo artista che ha ricevuto il Premio Carosone, il 21 settembre 2002, dalle mani del presidente della Regione Campania Antonio Bassolino) e soprattutto “Elisabetta”, canzone scritta di getto nel 1957 da Renato Carosone al Teatro Mogador di Parigi, in occasione della presenza, non annunciata, di Elisabetta, regina d’Inghilterra. Rintracciata dal collezionista Luigi Palumbo nell’unica incisione realizzata solo per in Francia, cantata da Piero Giorgetti (“la voce che scotta”, diceva la pubblicità), grazie a Mimmo Maglionico e pietrArsa, la canzone “reale” troverà una seconda vita, verace ed internazionale come ascolterete, la notte del 21 settembre all’Arena Flegrea nella lunga notte del Premio Carosone. I PietrArsa rileggeranno alla loro maniera anche “’O saracino”, ma è della chicca di “Elisabetta”, riarrangiata da Maglionico che andiamo particolarmente fieri. Federico Vacalebre