Il Premio Carosone 2010
Alla sua nona edizione, il Premio Carosone si guarda intorno: c’è l’americano di Napoli nelle classifiche internazionali dei dischi più venduti dell’anno in classifica con gli australiani Yolanda Be Cool, c’è Karkadan che rilegge in chiave rap “’O sarracino”, c’è Daniele Sepe che ricicla “Pigliate ‘na pastiglia”, c’è John Turturro che nel film “Passione” ha affidato “Maruzzella” a Gennaro Cosmo Parlato dopo avere ascoltato la versione proposta proprio per noi nel 2005, e poi ha dettato con Fiorello sulle note di “Caravan petrol”, c’è Bill Clinton che ha ballato “Tu vuo’ fa l’americano” a un rally elettorale dell’oggi governatore newyorkese Andrew Cuomo.
Insomma c’è Carosone nell’aria, in hit parade, nei suoni dei giovani protagonisti della canzone che verrà, sugli schermi grandi e piccoli, in discoteca, nei telefonini, oltre che nei cuori e nella memoria, nella gratitudine di chi ha seguito la sua strada e la sua lezione.
I semi di un lavoro appassionato quanto rigoroso danno fiori e frutti, e così, sia pur per la prima volta senza alcun supporto istituzionale - per la crisi economica, o forse per distrazione, non mi va ancora di dire per disinteresse - continuiamo a seminare e a goderci fiori e frutti carosoniani, con una winter edition di fine anno, che apra la porta ad un 2011 anno del decennale della scomparsa del maestro.
Al teatro Posillipo porteremo sul palco giovani talenti (Arisa innanzitutto, Silvia Aprile, lo stesso Karkadan, ma anche, e per noi è la prima volta, una posse di breakers, la Knef Krew per dimostrare definitivamente come si possa ballare Carosone ed essere fedeli alle regole stilistiche di chi vuole fare l'americano nel terzo millennio) e renderemo il giusto tributo agli Alunni del Sole, costola del neapolitan power più pop e pianistico, rinnovatori della canzone napoletana almeno con una perla come “’A canzuncella”. Premieremo Pietra Montecorvino, voce "petra, rosa e stella" come la Napoli cantata da Sergio Bruni in "Carmela", strepitosa protagonista di "Passione" e capace di animare un'inedita "Maruzzella" mittelmediterranea. Chiederemo a Eddy Napoli e Franco Ricciardi di rileggere, ognuno alla propria maniera, i classici dell'americano di Napoli, magari portandosi sul palco anche giovani rapper della frontiera post-gomorrista come i Co'Sang per dimostrare ancora una volta che Napoli non dimentica i maestri del passato ma non vive nemmeno rannicchiata sul passato, che investe sul proprio futuro.
E poi, e poi… E poi dietro l’angolo c’è l’edizione del decennale, Renato ci manca, chissà che cosa scriverebbe oggi del nostro folle paese, ma forse non è mai stato così tanto nell’aria.