Premio Carosone 2007, un trionfo
Non sono solo canzonette. Il Premio dal 2008 adotterà uno degli «scugnizzi» di Nisida
Non sono solo canzonette. Il Premio Carosone dal 2008 adotterà uno degli «scugnizzi» dei laboratori di Nisida, facendolo esibire tra i big della canzone. La notizia giunge in chiusura della sesta edizione, quando, sul palco Claudio Mattone aggiunge la sua voce a quella dei ragazzi guidati da Pino De Maio, impegnati nella sua «Carcere ’e mare», molti dei quali provenienti da quel «Carcere ’e mare» al centro di «Scugnizzi». Il sogno carosoniano di una notte di fine estate va in scena in un'Arena Flegrea gremita, tre ore di musica, emozioni, aneddoti, ricordi affettuosi (in platea ci sono vedova, figlio, sorella e nipoti di Carosone, e la famiglia di Gegè Di Giacomo). I suoni e le immagini alternano il vintage (i filmati) al post-moderno (le riletture di «Chella llà», «Carlotta», «Pigliate ’na pastiglia», «’O pellirosse», «Torero» affidate ai giovani Jovine, Libera Velo, Giovanni Block e Ciccio Merolla). Nel nome del maestro di cantaNapoli la manifestazione ideata da Federico Vacalebre unisce generazioni, fonde stili, annulla barriere. Il brillante Gianni Simioli e la bella Marialena Fabi sono sempre più affiatati nella conduzione della serata (martedì su Canale 21, poi su Rai International). Il «giovanotto matto» Lorenzo Hengeller («Pianofortissimo» e la tenera «Amaramente») e gli esilaranti Virtuosi di San Martino («Ali Babà» e una «Caravan petrol» in salsa irakena) portano a casa il riconoscimento con il caporedattore centrale del Tg2 Michele Bovi, che regala preziosi filmati d’archivio grazie al suo studio sul Cinebox. Ida Rendano mostra il Carosone melodico di «T’aspetto ’e nove» e «Giacca rossa ’e russetto», rilanciando perle dimenticate, come fa anche Mimmo Maglionico con i Pietr’Arsa («Elisabetta», prima di «’O sarracino»). James Senese con il suo torrido sax reinventa «Maruzzella», le voci deliziosamente retrò degli Italian Harmonists giocano con «Tre numeri a lotto», Tosca («Addo sta Zazà», «Io, mammeta e tu» dedicata a Pazzaglia, «Dimme ’na vota sì» per Murolo) ed è costretta al bis («Il terzo fuochista») dopo aver rivelato di essere stata la prima voce di «Carcere ’e mare». Peppino Di Capri («Malatia», «Nun è peccato», «Guagliune») è l’anello di congiunzione tra Carosone e Pino Daniele. L’altro premio alla carriera è per Mattone, in scena con gli allievi Sal Da Vinci («Na canzuncella doce doce») e Neri per Caso («’A città ’e Pullecenella»), prima del trionfo finale col lungomedley di Daniele Silvestri che fa ballare i cinquemila dell’Arena. (Articolo di Stefano Prestisimone da "Il Mattino" del 23/9/2007)