Premio Carosone 2005
CantaNapoli, Napoli internazionale, Napoli ora orfana anche di Gegè Di Giacomo. L'omaggio al folletto dei tamburi, al poeta-fantasista della batteria sarà al centro dell'elogio del "carosuono" in scena per il quarto anno consecutivo, stessa data-stesso posto, il 21 settembre all'Arena Flegrea. Un inno alla canzone armata di sorriso, all'arte della contaminazione, alla leggerezza pensante, ad un canzoniere prezioso, celebrato, eppure ancora capace di sorprese.
Come dimostra il riaffacciarsi sul mercato planetario di "Tu vuò fa l'americano" nella versione "americana" di Lou Bega. Come dimostreranno le nuove vite di Maruzzella" (latina per la signora della canzone Lina Sastri, cabaret
transgender per Gennaro Cosmo Parlato), "Pigliate 'na pastiglia" (rap eco-logico secondo gli Alfa Gang), "Lettera da Milano" (jazz per Francesco D'Errico), "T'aspetto 'e nove" (perla melodica per l'ugola appassionata di Gigi Finizio), "Io tengo n'appartamento a New York" (Patrizio Trampetti), "'O suspiro" (Giovanni Imparato), "'A casciaforte" (new wave per l'incontro tra i 24 Grana e Marina Rei), "Guaglione" (franco-arabo-partenopea nella versione della tunisina di Napoli M'Barka Ben Taleb), "La pansè" (Toni Tammaro), "'O sarracino" (tzigana con Miele, gli Acquaragia Drom, Riccardo Veno e Rosapaeda), 'Caravan Petrol' (Nello Daniele e Carlo Faiello) che lancia l'intervento in scena di Assundam, al secolo Rosalia Porcaro. Come dimostrerà il carosoniano-gaberiano-gaetaniano Simone Cristicchi, individuato tra i nuovi talenti di una canzone ironica, pungente, specchio dei costumi, commedia in musica. Il cast eclettico, cocktail di veracità e vocazione cosmopolita, tradizione e sperimentazione, radici e ali, è un'orgogliosa presa d'atto di una napoletanità diversa, non d'accatto e non in svendita, anti-oleografica ma non per questo inconsapevole del tesoro cultural-artistico che ha alle spalle. Un tesoro che il Premio Carosone continua ad arricchire tra inediti, riletture, cd, documentari, mostre: cantaNapoli, Napoli internazionale, Napoli che non dimentica, Napoli che costruisce il proprio futuro partendo dal passato, ma senza chiudersi nella nostalgia dei "belle tiempe 'e na vota". Proprio come sarebbe piaciuto al maestro Renato ed al fido Gegè.
di Federico Vacalebre