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lunedì 08 giugno 2020
 

John Turturro su Carosone: «lui il primo rapper»

 

da ilmattino.it

 

 «Non credo di sbagliarmi nel dire che Renato Carosone sia stato il primo rapper di tutti i tempi, anche se
gli americani potrebbero risentirsi dello scippo di questo titolo, conteso per altro anche dai toaster giamaicani, a conferma di quanto le musiche di tutto il mondo possano assomigliarsi nell'esigenza di dire, di esprimersi, di raccontare il ritmo». A parlare così dell«americano di Napolì è l'attore e regista italoamericano John Turturro, che firma la prefazione dell'edizione aggiornata dell'autobiografia di Renato Carosone, scritta con il giornalista e critico musicale Federico Vacalebre, pubblicata da Albatros per il centenario della nascita del grande musicista, che era nato nel gennaio 1920.

Turturro, che al suo legame con Napoli e la canzone napoletana ha dedicato il docufilm «Passione» del 2010 (sceneggiato proprio insieme a Vacalebre), aggiunge: «Forse i tormentoni di Carosone non sono rap, non condividono le stesse radici da cui si è mossa la cultura hip hop, essendo invece un logico sviluppo di quanto la canzone napoletana classica aveva costruito fino a quel momento. Nel dopoguerra si percepiva fortissima l'esigenza di ballare, di dimenticare, di lasciarsi alle spalle il dolore sofferto, provato e causato dagli orrori ormai sotto gli occhi di tutti, ammesso che non lo fossero già prima. Le canzoni d'amore, di nostalgia e di sole nostro lasciano il posto alla commedia dell'arte, a ironiche macchiette napoletane che descrivono personaggi straordinari come gli americani di Napoli, i Toreri, i Sarracini. Questa nuova melodia di cui anche noi italoamericani siamo orgogliosi si mescola con i migliori suoni che arrivano dal resto del mondo: il jazz portato dall'armata americana e i V-Disc, come il boogie, i suoni latinoamericani, le suggestioni esotiche scoperte da Carosone in Africa».

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